Scegliere un pavimento in resina: le variabili ambientali
Dove e come è possibile posare la resina
Uno dei grandi vantaggi dei prodotti resinosi per pavimentazioni è sicuramente la 'duttilità' d’uso: la varietà di prodotti e la possibilità di progettare un ciclo resinoso idoneo per ogni scenario applicativo rende la resina la soluzione regina per garantire libertà operativa all'applicatore. Esistono tuttavia limiti ambientali che devono essere tenuti in considerazione prima di applicare un pavimento in resina e che determinano la progettazione del ciclo finale, le aree entro cui possiamo posizionare questi limiti sono essenzialmente tre:
- il supporto su cui si intende applicare il nuovo pavimento,
- l‘ambiente operativo
- il microclima presente.
Come vedremo, progettare ed applicare un ciclo resinoso senza aver valutato attentamente questa aree può pregiudicare la messa in opera del pavimento e fornire un risultato non solo carente dal lato estetico, ma soprattutto da quello strutturale (sbollature, cavillature, crepe, distacco, ecc.).
Il supporto
Praticamente tutti i cicli resinosi hanno necessità di essere applicati su supporti capaci di resistere alle sollecitazioni meccaniche esercitate su un pavimento: questo perchè le resine non hanno un loro corpo (come possono essere i gres o le pietre naturali) e non possono garantire le prestazioni necessarie se slegate dal supporto a cui si ancorano.
Verificare la presenza di un supporto idoneo all'applicazione è una conditio sine qua non per iniziare a progettare un ciclo resinoso. In edilizia si possono contare numerose soluzioni idonee a ricevere un rivestimento resinoso: massetti in sabbia/cemento, calcestruzzo, piastrelle, pietre naturali, supporti metallici, ecc.
Cosa le rende idonee? Semplificando, tre caratteristiche: devono essere ferme, coese e pulite.
- Per 'ferme' si intendono superfici dimensionalmente stabili o che riportano movimenti elastici di piccolissima entità.
- Per 'coese' si intendono superfici compatte, non friabili e resistenti a trazione e compressione.
- Per 'pulite' si intendono superfici esenti da sporco di superficie e di impregnazione (polvere, oli, grassi, ecc.).
E‘ quindi possibile applicare un ciclo resinoso su un massetto sabbia/cemento se quest’ultimo risulta fermo (stagionato oltre 30 giorni con relativa evaporazione dell’acqua contenuta nell'impasto), coeso (resistente alla compressione e alla trazione) e pulito.
La presenza di eventuali crepe da ritiro non comporta problemi ed una semplice stuccatura rende il sottofondo idoneo. Applicare resina su piastrelle, marmi, graniti, ecc. è possibile se i pavimenti risultano ben ancorati al sottofondo, integri e puliti. Per i supporti metallici è chiaramente richiesta la maggior rigidezza possibile, mentre supporti 'vivi' come il legno o morbidi come la gomma non hanno una stabilità dimensionale tale da garantire la corretta sovra applicazione.
La presenza di un impianto di riscaldamento a pavimento non ostacola la messa in opera dei prodotti: anzi, il ciclo di accensione/spegnimento a cui ogni impianto viene sottoposto consegna all'applicatore un massetto asciutto e stabile, ideale per ricevere i prodotti scelti.
L’ambiente
La progettazione di qualsiasi ciclo resinoso prevede la messa in opera in cantiere dei prodotti e l’analisi dello scenario operativo è da considerarsi fondamentale per la corretta riuscita della posa. Valutare correttamente i tempi di posa, le necessità operative, la presenza di civili e di altri operatori, le caratteristiche delle strutture edili (tipologia, planarità, stagionatura e umidità dei supporti) significa organizzare un intervento efficiente ed efficace, in grado di fornire al cliente finale un risultato nei tempi previsti e con le prestazioni meccaniche ed estetiche richieste.
Il microclima e le condizioni ambientali
Il microclima è l’insieme dei fattori (temperatura ambientale, umidità e velocità dell’aria, umidità e temperatura dei supporti, calore radiante) che si presentano al momento della messa in opera del pavimento in resina. E‘ un aspetto primario nella definizione del ciclo finale ed è in grado, da solo, di impedire l’inizio dei lavori o di richiedere la definizione di un diverso ciclo applicativo. Ciò è dovuto al fatto che i prodotti resinosi risultano molto sensibili alla temperatura e all'umidità sia dell’aria che del supporto, con conseguente influenza sulle caratteristiche chimico/fisiche della resina.
- La temperatura agisce sul tempo di indurimento dei prodotti, causando, se troppo bassa, una dilatazione delle tempistiche applicative (o addirittura l’incapacità di solidificare); temperature troppo elevate, invece, causano una drastica riduzione del tempo di pot life (periodo utile d’uso in miscela) dei componenti resinosi, impedendo di fatto all'applicatore di posare correttamente la resina.
- L’umidità è un fattore fondamentale per il corretto aggrappo della resina al pavimento esistente (umidità relativa del supporto) e per l’adesione tra gli strati resinosi (umidità ambientale). In generale, temperature comprese tra 10° e 30° sono ideali per la posa della maggior parte dei sistemi resinosi. Esistono però basi resinose (es: metacrilati) che hanno la caratteristica di indurire anche a temperature ben al di sotto dello zero. Per l’umidità ambientale, sono tollerati valori tra il 30% e l‘80%, mentre l’umidità del supporto non deve superare l‘8% (oltre questo limite deve essere prevista la posa di una barriera al vapore). Particolari basi (es: poliuretanici trasparenti) richiedono valori ben più bassi (2%), per evitare lo ‚sbiancamento‘ del prodotto e la conseguente perdita del valore estetico del pavimento.
Ogni cantiere, così come ogni cliente, ha specificità proprie che devono essere attentamente valutate dal professionista: progettare un ciclo resinoso che risulti adatto allo scenario applicativo ed alle esigenze prestazionali ed estetiche richieste dal cliente non risulta particolarmente complesso vista la vastità di prodotti disponibili. E‘ necessario tuttavia porre molta attenzione alla verifica delle variabili presenti, anche durante la fase di posa in opera: non di rado si verificano cambiamenti soprattutto nella sfera ambientale e del microclima (presenza di nuovi operatori in cantiere, aumento dell’umidità in ambienti non chiusi, ecc), e spesso queste variazioni richiedono un intervento sul ciclo prescelto (allungamento dei tempi di posa, cambio di materiale).